martedì 25 giugno 2013
venerdì 21 giugno 2013
PARTNERSHIP AL PROGETTO: QUALCOSA E' CAMBIATO!
E quando la speranza di trovare un ipotetico cliente del mio progetto stava per svanire ecco che "qualcosa è cambiato", nel vero senso della parola!
Riporto qui di seguito la parte finale della conversazione via e-mail avvenuta tra me e Mariantonietta Davoli, per tutti Marenna, architetta sarda che "si è riciclata come sarta-stilista prima di buttarsi via" e che è la proprietaria dell’atelier fiorentino "qèc – qualcosa è cambiato", un vero e proprio atelier di restyling dell’abbigliamento, dove le creazioni sono realizzate a partire da abiti e tessuti di recupero perchè qui si crede fermamente che la creatività non ha bisogno di nuova materia prima.
La gentilissima Marenna si è dimostrata subito disponibile e, dopo averle spiegato in breve il mio progetto, è stata lei a pormi delle domande:
<Gentile Marenna,
io sono a Roma e mi è un po' difficile venire a Firenze dati gli impegni universitari.
Se lei è disponibile, posso farle qualche domanda via e mail per capire i suoi desiderata e le esigenze del mio ipotetico cliente (cioè voi) riguardo al tema dell'abbigliamento sportivo riciclato e riciclabile.
Vorrei quindi sapere gli spazi necessari e le funzioni specifiche da inserire, le dimensioni approssimative e la distribuzione degli ambienti...
L'edificio che sto progettando si struttura su quattro piani: nel primo, seminterrato, ho pensato di inserire il punto di raccolta dei materiali da riciclare con annesso un deposito e un magazzino; al piano terra lo spazio dedicato alla vendita al dettaglio, cioè uno store dove si venderanno i capi ottenuti dal riciclo, e un piccolo bar/bistrot; al piano superiore uno spazio dedicato ad eventuali sfilate di moda; all'ultimo piano uno spazio ampio e fluido che funge da atelier e da laboratorio creativo, con annesso un mini appartamento per gli stilisti.
Cosa ne pensa di tale progetto?
Le allego delle immagini esplicative.
E la ringrazio ancora della sua disponibilità.
Cordialmente,
Alessia Tricarico>
<Cara Alessia,
le faccio io qualche domanda.
questo atelier deve lavorare fulltime oppure ospita in periodi limitati stilisti e sarti? Lo chiedo perchè solo così mi spiego la presenza di un appartamento per gli stilisti.
Lo spazio sfilate forse è troppo, si può pensare di fare le sfilate in spazi che non hanno quotidianamente quella funzione, d'estate si possono fare negli spazi aperti per esempio, d'inverno nella zona ristoro.
Il progetto mi sembra buono, complimenti.
buon lavoro
marenna>
<Cara Marenna,
l'atelier deve lavorare fulltime e l'appartamento per stilisti è un piccolo spazio living dove si può sostare e restare a dormire in caso di necessità, per esempio quando il lavoro ti porta a fare troppo tardi la sera.
L'intero progetto si basa sul concetto di mixitè funzionale e per questo risulta importante e necessaria la presenza di un piccolo spazio living.
Sicuramente lo spazio sfilate sarà multifunzionale e non dedicato unicamente a quello. Avevo pensato che potesse fungere anche da sala riunioni e da piccola sala conferenze, qualora ce ne fosse bisogno.
Grazie per i consigli e i suggerimenti e per l'attenzione dedicatami.
Avete altre osservazioni, domande, puntualizzazioni da fare?
Ancora grazie.
Cordiali saluti.
Alessia>
lunedì 17 giugno 2013
LA RICERCA ESPRESSIVA - Casal de la juventud novelda, Crystal zoo, Spain 2009
giovedì 13 giugno 2013
PARTNERSHIP AL PROGETTO
Navigando nel web mi sono resa conto, diversamente da quanto pensavo,
che moltissime aziende di abbigliamento sportivo e non, grandi, medie o
piccole, locali, nazionali o estere, sono molto attive e propositive nel campo
del riciclo dei tessuti e mostrano sempre maggiore sensibilità alle
problematiche ambientali.
Molte di queste potrebbero essere dei perfetti Partner ideali del mio progetto. Vediamo qualche
esempio per capire precisamente di cosa si occupano.
La prima azienda che ha attirato subito la mia attenzione è Patagonia, produttrice di abbigliamento
sportivo e molto attiva per quel che riguarda il riciclo e il riutilizzo dei
vecchi capi di abbigliamento. Qui in breve la loro filosofia:
"Riciclare è un aspetto chiave nella riduzione della quantità di
rifiuti e scarti e della conservazione e tutela delle risorse naturali.
Attraverso il riciclo di prodotti dismessi, possiamo mantenere in circolazione
molti degli stessi materiali per anni. Nel 2005 abbiamo avviato la restituzione
di capi Patagonia usurati o dismessi per poterli riciclare. Oggi potete
restituirci qualsiasi prodotto Patagonia: lo riutilizzeremo, riciclandolo in un
nuovo tessuto o creando un nuovo prodotto.
Nessun indumento che è ancora indossabile deve essere gettato; i capi
ancora utili devono rimanere in circolazione. Regalate in beneficenza gli abiti
che non usate più o vendeteli. Nel nostro negozio Patagonia di Portland, negli
Stati Uniti, e in alcuni dei nostri punti vendita in Europa, organizziamo la
vendita di prodotti Patagonia usati. Patagonia regala i propri indumenti di
seconda scelta agli attivisti per le cause ambientaliste e ha inviato alcuni
capi invenduti della scorsa stagione a persone che hanno perso tutto in una
catastrofe naturale
…Abbiamo imparato come realizzare giacche in pile da bottiglie di
plastica riciclata e, in seguito, come creare giacche in pile da giacche in pile …
… Il
nostro diritto più importante è il diritto di essere responsabili.”
Anche il marchio di abbigliamento sportivo Puma ha lanciato una nuova linea di prodotti certificati come completamente riciclabili o biodegradabili, permettendo
in questo modo agli sportivi di ridurre il proprio impatto ambientale.
Esso sarebbe inferiore di un terzo rispetto ai prodotti di abbigliamento
sportivo convenzionale.
La nuova linea di prodotti, denominata InCycle, include giacche, borse, t-shirt,
calzature, pantaloni e zaini. Essa è stata sviluppata utilizzando una varietà
di materiali ecocompatibili,
ritenuti rispettosi dell'ambiente. Borse e t-shirt sono state realizzate
utilizzando materiali biodegradabili, che non prevedono l'utilizzo di sostanze
chimiche tossiche, ma l'impiego di una nuova tipologia di plastica biodegradabile denominata APINATbio.
Le parti biodegradabili dei prodotti che si trasformeranno in
rifiuti, potranno essere attaccate naturalmente dai microrganismi che si
occuperanno della loro degradazione, mentre le parti in plastica o in metallo
potranno essere recuperate e riciclate per la realizzazione di nuovi prodotti.
La linea comprende giacche di poliestere riciclato, realizzate tramite il materiale ricavato
dalle bottiglie in PET.
Un altro importante marchio di
abbigliamento sportivo, la Adidas,
si veste di verde e dedica ai propri clienti la collezione di sneakers e
t-shirts Adidas Grün rigorosamente eco-friendly, realizzata interamente in fibre naturali e materiali riciclati, attraverso un processo di fabbricazione che
minimizza gli effetti negativi sull'ambiente.
La
collezione è nata all'insegna dello slogan "Green isn't just a colour.It's
a lifestyle". I tre
elementi guida? “Made From”, “Recycled” and “Reground".
Invece la famosa azienda della Nike è molto attiva in questo senso.
Per esempio nel 2010 realizzò le uniformi delle squadre di calcio dei Mondiali
in Sudafrica in plastica riciclata.
Le divise sono state realizzate in
jersey prodotto da poliestere riciclato, proveniente da bottiglie di plastica raccolte
nelle discariche di Taiwan e Giappone.
Per ogni T-Shirt sono state
riciclate 8 bottiglie di plastica, riducendo del 30% i consumi rispetto
all’impiego di poliestere nuovo e il progetto per le uniformi delle squadre che hanno partecipato ai Mondiali ha permesso
la raccolta ed il riciclo di quasi 13 milioni di bottiglie di plastica.
Inoltre, tra le tante iniziative e
linee sportive eco-friendly, nel 2012 la Nike propone la linea ecologica di
scarpe Nike GS, realizzata completamente
con soli 160 grammi di materiali riciclabili e risorse rinnovabili (come per es. l’olio
di ricino).
Il noto marchio di abbigliamento sportivo Hummel,
brand danese di t-shirt e scarpe, conosciuto
soprattutto grazie all'intensa attività di sponsor tecnico di grandi squadre,
ha promosso una campagna che punta a produrre magliette e calzature dal riciclo
della plastica contenuta
nelle bottiglie.
I risultati sono stati sorprendenti: ben 240.000 bottiglie raccolte, per un totale di oltre 2000 kg di plastica riciclata e trasformata in una collezione Hummel di giacche, t-shirt e sneakers.
L'azienda Yew Clothing realizza
abbigliamento sportivo a partire da materiali sostenibili ed eco, come il poliestere riciclato ottenuto dal
riciclo delle bottiglie di plastica.
Qualcosa si muove anche dal basso, come l’atelier fiorentino qèc – qualcosa è cambiato, un vero e
proprio atelier di restyling dell’abbigliamento, dove le creazioni sono
realizzate a partire da abiti e tessuti di recupero perchè si crede fermamente
che la creatività non ha bisogno di nuova materia prima.
Carica di speranza e di profonda positività, ho provato a contattare
tutte queste aziende, confidando nella loro disponibilità e nella loro voglia
di dedicarmi del tempo, ma, ahimè, i risultati non sono stati quelli attesi e desiderati.
Sitografia di riferimento:
Iscriviti a:
Post (Atom)